Il 12 febbraio 2024 si celebra il centesimo anno dall’istituzione della Giornata Internazionale
dell’ Epilessia. Di Epilessia, anzi delle Epilessie, si deve parlare perché solo tramite la conoscenza
e la consapevolezza si può combattere la paura dell’imprevedibilità degli eventi ed il senso di
impotenza di fronte ad una crisi epilettica.

“La diagnosi di epilessia è primariamente clinica, cioè basata sull’accurata descrizione degli
episodi critici. Gli esami diagnostici più importanti sono l’elettroencefalogramma (EEG) e la
risonanza magnetica (RM) dell’encefalo – commenta Luisa Savio, presidente dell’ Albo di
Neurofisiopatologia di Brescia -. L’EEG è una registrazione dell’attività elettrica cerebrale che può
permettere di evidenziare alcune anomalie, dette epilettiformi, che pongono il sospetto, o talora
sono patognomiche, di una condizione epilettica.

Oggi, l’ effettuazione di un elettroencefalogramma è affidato al tecnico di Neurofisiopatologia, una
delle 18 figure professionali che appartengono, dal 2018, all’ Ordine TSRM-PSTRP delle
Professioni Sanitarie.

La Cda dei tecnici di neurofisiopatologia di Brescia desidera accendere un faro sull’epilessia in
occasione della giornata ad essa dedicata, in modo che i pazienti non si sentano soli, consapevoli
che il tecnico di neurofisiopatologia mette costantemente al loro servizio conoscenze sempre
aggiornate, empatia e dedizione”.

Il primo elettroencefalogramma umano risale al 1924, grazie alle ricerche e agli studi di un fisiologo
e psichiatra tedesco di nome Hans Berger (1873-1941). il giovane Berger fu vittima di un incidente,
per sua fortuna riuscì a cavarsela solo con qualche lieve ferita. La sorella, a chilometri di distanza,
nello stesso momento, ebbe la sensazione che il fratello potesse trovarsi in pericolo, tanto da
insistere per fare mandare dal padre un telegramma a Berger. Dopo questa esperienza Berger si
convinse che la sua mente avesse inviato telepaticamente dei segnali a sua sorella così, al
termine del servizio militare, tornò a Jena per studiare medicina con l'obiettivo di indagare sulla
trasmissione dei segnali cerebrali. Nel 1924 Berger riuscì a registrare per la prima volta un
elettroencefalogramma umano (EEG) e nel 1929 Pubblicò il suo primo lavoro sui risultati ottenuti,
nel quale espose la tecnica per registrare l'attività elettrica umana attraverso la superficie del
cranio.

“Il tecnico di Neurofisiopatologia oggi è una professione in via di sviluppo – commenta Luigi Peroni,
presidente dell’ Ordine TSRM-PSTRP di Brescia-. Infatti non si limita solo alla registrazione
dell’ elettroencefalogramma ma ha un ventaglio più ampio di metodiche. Infatti, le patologie che
vengono studiate con gli esami neurofisiologici, oggi sono molte, tra le più rilevanti abbiamo
l'epilessia, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica e anche diversi tipi di tumori. Non
dimentichiamo che durante il Covid è stata una figura di grande rilevanza”.